di Marco Maria Freddi
Sembra quasi che la Gazzetta di Parma abbia interpellato tutti i 142mila cittadini aventi diritto al voto di Parma; alla Gazzetta sembra piaccia recitare litanie a giustificazione della realtà dell’Aeroporto di Parma che è e rimane un’infrastruttura insostenibile per l’ambiente.
Dei costi economici, in parte ancora in “pancia” a vari soggetti pubblici – tradotto pagano i cittadini e lo stanno già facendo da anni – sembra non interessare al media cartaceo di Parma e all’imprecisata “lobby pro-aeroporto” che trova sponda nel giornale di Parma, non è interessata a dire la verità sull’insostenibilità ambientale ed economica dell’aeroporto ma è solo concentrata nell’appoggiare per ben tre volte in pochi giorni una litania che non ha alcuna “pezza di appoggio” né in termini ambientali che economici.
Ci si aspetterebbe da un giornale che è il “giornale” della città un minimo di coscienza critica e onestà intellettuale, quel “fact-checking” anglosassone che renderebbe merito a chi, classe dirigente di questo paese, ha la responsabilità di informare e informare in modo critico e veritiero. In Italia, soprattutto al nord, abbiamo un aeroporto ogni 50 km, tanti ma soprattutto troppi in funzione della loro sostenibilità ambientale e a Parma, così come nell’Italia dei mille campanili, il racconto dell’importanza dell’infrastruttura in funzione turistica ed economica dell’avere un aeroporto di condominio, spinge ed invoglia i cittadini ad accarezzare il sogno di atterrare vicino a casa, per poi creare il solito comitato di quartiere che si lamenta del rumore e dell’inquinamento. Roba da anni ’80, ma sembra a Parma nulla cambi nonostante il passare degli anni.
E mentre in Europa, da anni, ben prima della guerra di aggressione della Russia e della crisi del gas si parla di riduzione dei consumi, della necessità di riduzione dell’impronta di carbonio dei cittadini, la Gazzetta di Parma non ne parla, non dice ai nostri concittadini che è necessario cambiare i nostri comportamenti ed abitudini quotidiane, anzi, canta la litania della società civile che si schiera in difesa del Verdi. La realtà, cari concittadini di Parma, è che l’aeroporto di Parma di per sé – non i trasporti cargo che sono solo l’appendice della speranza della possibile ma non certa sostenibilità economica della lobby pro-aeroporto – è una inutile infrastruttura, dannosa per Parma e il pianeta.
La mia proposta di un referendum consultivo, fatta da anni, in consiglio comunale e per le strade della città non ha trovato supporter, nessuno, ambientalisti o pro continuiamo-a-inquinare-di-chi-viene-dopo-di-me-me-ne-fotto, non hanno il coraggio di parlare alla città ognuno con le proprie argomentazioni e questo per paura di perdere. Ancora una volta la politica ritiene, come ha sempre ritenuto, che il popolo è bue e non è capace di giudicare, di deliberare, può e deve solo presentarsi alle urne quando convocato.
Attenzione cara classe dirigente, politica o di media, il prossimo 25 Settembre si vota, non so quanto peserà l’astensione ma se dovesse pesare quanto si immagina dagli ultimi sondaggi, forse, una risposta politica dovrebbe nascere, soprattutto da chi in una società aperta crede e ci ha fatto campagna elettorale, ne va della legittimazione politica di una democratica elezione.
(20 settembre 2022)
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