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PD Parma, tra incenso e intifada la morte della politica

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di Marco Maria Freddi
Il Partito Democratico di Parma sta scivolando in un pericoloso crepuscolo ideologico. Quello che dovrebbe essere un moderno partito di governo, laico, riformista e ancorato alla realtà, si ritrova ancora oggi ostaggio di un’ibridazione grottesca: un mix di “laicismo devoto” da sacrestia e pacifismo antagonista da centro sociale. Il risultato? Una perdita di credibilità nell’elettorato che la nostra città non può più permettersi.

Il capogruppo del PD scomoda Giorgio La Pira per giustificare l’ennesima invasione di campo religiosa negli spazi civili. Si usa la figura del “Sindaco Santo” come un passepartout per sdoganare riti confessionali in aula, trasformando un’aula legislativa in un sagrato. Citare La Pira oggi non serve a costruire ponti tra i popoli, ma a costruire un paravento per l’incapacità di elaborare un pensiero politico laico e moderno.

A questo si aggiunge l’anomalia dell’Assessorato alla Pace. In una città che dovrebbe occuparsi di mobilità sostenibile, chiusura del centro e aree verdi, velocità 30 all’ora, sicurezza e welfare, la creazione di una delega specifica alla “Pace” rappresenta l’istituzionalizzazione di un relitto ideologico. Non è un ufficio di governo, è una concessione politica a quella visione oscurantista che vuole la Chiesa e il Vescovo costantemente seduti al tavolo dell’amministrazione civile.

La “Pace” comunale è diventata la porta di servizio attraverso cui il dogma entra nel Municipio, sostituendo la programmazione dei servizi con la gestione dei simboli.   L’ultima messinscena in Consiglio Comunale, con l’accoglienza della “Luce della Pace di Betlemme”, è la punta dell’iceberg. Vedere le istituzioni civili piegarsi a rituali religiosi, spacciandoli per valori universali, è il segno di una sottomissione culturale. Se un amministratore non sa distinguere tra la propria fede privata e lo spazio pubblico, abdica al suo primo dovere: la tutela della laicità.

Mentre si celebra la “luce”, le strade di Parma restano al buio. I poveri non “autodeterminati” rimangono in strada, la salute mentale è un’emergenza dimenticata e chi vive ai margini muore nell’invisibilità.

Sotto l’egida di questo assessorato, si è scelto come interlocutore privilegiato la Casa della Pace, una realtà che sotto l’ombrello del “pacifismo” ospita pulsioni ideologiche inquietanti. È accettabile che un partito di governo come il Partito Democratico, sia fiancheggiatore di chi, nelle piazze, urla slogan come “Intifada anche in Italia” o balbetta giustificazioni inaccettabili di fronte all’orrore del 7 ottobre? È forse accettabile lavorare per la “pace” con chi afferma che Hamas sia “espressione partigiana palestinese” o impedisce a Emanuele Fiano di parlare all’Università, quando la sua associazione definita “sionista” dal partito espressione della presidenza della Casa della Pace, lavora assieme alle associazioni palestinesi per la pace e la giustizia?

Non si può sventolare la bandiera della pace in Municipio e poi tollerare di collaborare con associazioni o gruppi che bruciano bandiere in piazza, provocano le forze dell’ordine o predicano l’odio. Questo non è pacifismo: è deriva estremista mascherata da buoni sentimenti.

Spegnete le lanterne, care Compagne e cari Compagni, riponete l’incenso e smettetela di frequentare chi giustifica il terrore. Parma merita una guida che rispetti la sua anima laica e che affronti il dolore dei suoi cittadini più fragili con la forza della responsabilità, non con la retorica del feticcio.

Mentre l’amministrazione e il terzo settore pretendono, per accogliere il povero, di essere “autodeterminato”, in Emilia-Romagna il diritto all’autodeterminazione nel fine vita è oggi bloccato da ricorsi e da una scelta precisa di non decidere. La destra cattolica clericale regionale porta una responsabilità pesante, quella dell’impugnazione delle delibere promossa da Valentina Castaldini, con il sostegno del Governo Meloni, che ha avuto l’unico obiettivo di congelare una realtà ideologicamente inaccettabile per loro. È una scelta politica che scarica il prezzo sui malati e sulle loro famiglie che non hanno tempo da spendere nei rinvii della giustizia.

Ma la sinistra laica e moderna, adulta, libertaria e socialista cosa sta facendo? Sta promuovendo ovunque, in tutti i Consigli Comunali, mozioni a supporto della libertà di scelta sul fine vita, all’autodeterminazione di chi può autodeterminarsi, o nel suo silenzio è diventata contigua alle destre clerico-cattoliche?

È su questo terreno, sulla carne viva delle persone e sulla difesa dei diritti laici, che il PD deve darsi un’identità. È questo, e non una lanterna piena di superstizioni, a poterci far riconoscere da quel 50% di elettori che ormai non va più a votare perché non si riconosce più nel teatrino di poche centinaia di persone.

La mia speranza è che nasca una discussione interna per liberarsi da scorie che impediscono al PD di essere un partito adulto, libero, libertario e socialista del XXI secolo, ancorato in Europa e nel mondo. Parma non ha bisogno di riti superstiziosi, ma di una politica laica, dura e terribilmente concreta, capace di difendere i confini tra Stato e Chiesa. E’ ora di spegnere le candele e accendere i diritti.

 

 

 

(22 dicembre 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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