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Sala Baganza: un incontro per capire il referendum sulla cittadinanza attraverso il dialogo

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di Reazione Politica

Un dialogo aperto tra storie personali, impegno civico e prospettive politiche: giovedì 15 maggio il Circolo ARCI Enigma di Sala Baganza ha ospitato l’incontro “Cittadinanza è partecipazione: capire il Referendum dell’8 e 9 giugno attraverso esperienze e dialogo”, organizzato dal Comitato per il referendum sulla cittadinanza di Parma.

L’evento ha riunito esperti, rappresentanti del Comune e cittadini per discutere della proposta referendaria che mira ad abbassare da dieci a cinque anni gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni.

L’avvocato immigrazionista Livio Cancelliere ha chiarito alcuni aspetti fondamentali della normativa vigente e della proposta referendaria, sottolineando come il requisito attuale dei dieci anni di residenza non garantisca automaticamente l’accesso alla cittadinanza: “Dieci anni sono solo l’inizio – ha spiegato – a cui si sommano altri tre anni per completare l’istruttoria ministeriale, ottenere il decreto firmato dal Presidente della Repubblica e prestare giuramento”.

Ha poi evidenziato l’equivoco diffuso attorno all’automatismo del conferimento e l’impatto delle nuove norme: “L’abrogazione dell’attuale lettera F e la modifica della lettera B dell’articolo 9 della legge permetterebbero di ridurre a cinque anni il requisito di residenza legale per presentare domanda”. Un ritorno, ha ricordato, a quanto già previsto prima del 1992, in linea con molti Paesi europei. “La cittadinanza – ha concluso – non è solo un diritto individuale, ma un gesto concreto di integrazione e un beneficio per l’intera società. Con il referendum, esercitiamo pienamente la sovranità popolare sancita dall’articolo 1 della Costituzione”.

Durante l’incontro sono poi emerse tre preziose testimonianze che hanno dato voce alla realtà che si cela dietro le norme. Abdou Ba, referente della Comunità senegalese di Parma e operatore di CIAC, ha raccontato le difficoltà affrontate per ottenere la cittadinanza e l’importanza del sostegno ricevuto dalla comunità locale. Noureddine Lafrindi, cittadino italo-marocchino e presidente dell’associazione Schola Mundi Fidenza APS, ha ribadito il ruolo centrale della lingua nei processi di inclusione, raccontando dell’impegno concreto che da anni continua a portare avanti contro l’inaccessibilità dei corsi di italiano. Albi Hekurani, ingegnere civile di origine albanese, ha spiegato come la scelta di studiare, anziché lavorare per soddisfare i requisiti economici necessari, abbia ritardato di oltre vent’anni la possibilità di presentare domanda.

L’incontro si è concluso con l’intervento di Victoria Oluboyo, consigliera del Comune di Parma, che ha sottolineato come l’iniziativa si inserisca in un percorso più ampio di sensibilizzazione sul referendum per una cittadinanza più giusta ed equa. Una mobilitazione necessaria, ha detto, per superare una normativa ferma a trent’anni fa e tra le più restrittive d’Europa.

 

 

(18 maggio 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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