di Isabella Grassi
Un volume giallo Parma con il simbolo della localizzazione bianco e in sovraimpressione il titolo in caratteri neri; così si presenta il libro pensato da Parma 2020+21 per illustrare e spiegare il city branding e la nascita del logo di Parma Capitale della Cultura 2021.
All’Auditorium Green Life del Credit Agricole con Filippo Molossi come moderatore, dopo una breve presentazione del sindaco cittadino hanno preso la parola Paolo Alinovi e Ezio Zani per il Comitato per Parma 2020, portando le istanze di sviluppo del territorio dei soci privati. P come Parma: una P panciuta in carattere bodoni, come segno potentissimo che afferma Parma come luogo così rilevante da poter essere rappresentato semplicemente con una P. Nasce così il city brand della nostra città che come con la scultura già dentro il marmo, spetta a noi fare una operazione di estrazione, per renderci consapevoli di quanto Parma possa essere attrattiva.
Amedeo Palazzi chiarisce come la P cicciottella con il font scelto anche da Franco Maria Ricci ha permesso la creazione di un marchio ombrello, nato dal confronto e nel rispetto della tradizione. Cultura e tradizione per un marketing e una comunicazione innovativa.
City Branding Vs Identity è invece il titolo dell’intervento del prof. Marco Tortoioli Ricci che ha spiegato come per un corretto sviluppo del branding di una città occorra individuare quali siano i bisogni che determinano la nascita di un progetto e in particolare a cosa serva un progetto.
Tradizione sì ma anche inclusione. L’identità assume un nuovo significato e deve individuare quali siano i mali da curare per trovare soluzioni nuove e una identità in continua evoluzione.
Destination Italy, ovverossia “pensare il city branding dei nostri territori come una identità utilizzabile anche economicamente nel rispetto dei valori loro propri ma investendoli di nuovi significati”: il prof. Gianni Sinni della Università IUAV di Venezia con queste parole approccia il suo intervento per porre in parallelo alla identità di una amministrazione l’aspetto politico inteso come gestione della polis.
Stemma, logo, city branding come necessità di portare il passato e la storia di una città nella economia moderna per uno sviluppo di immagini adatte a una comunicazione efficiente per la promozione del territorio. In Italia ogni realtà che ha cercato e/o realizzato un city branding ha in concreto utilizzato modalità differenti per differenti identità, e va sottolineato come sia cresciuta e si sia sviluppata nelle amministrazioni la consapevolezza delle necessità della partecipazione e della comunicazione strategica per una corretta gestione del progetto. Nel libro vi è un lungo saggio e pagine e pagine che illustrano i diversi progetti, i medesimi che poi si trovano nella mostra fisica allo CSAC.
L’ultimo intervento accademico è stato quello della professoressa Cinzia Ferrara dell’Università degli Studi di Palermo dal titolo il design della comunicazione visiva per i luoghi della cultura.
La studiosa ha illustrato come sia in atto una profonda trasformazione dei luoghi culturali a 360 gradi; dal pensarli, al gestirli pensando ai concetti di inclusione, al superamento delle barriere sia fisiche che culturali e innovandoli. Ecco quindi che anche il design va ripensato e non limitato alla sola comunicazione visiva, includendo ad esempio anche il tatto per permetterne una fruizione ad un maggior numero di consumatori.
Con collegamento in remoto Christian Hanke dello studio Edenspiekermann ha spiegato come il city brand è qualcosa di speciale rispetto al semplice logo perché deve dare un linguaggio alla città, deve essere ripetibile e accessibile. Il branding è quindi una lingua attraverso la quale una città riesce a comunicare con tutti quelli che la approcciano.
Nella terza parte del convegno gli interventi sono stati di tipo istituzionale. Per Parma era presente Michele Guerra, assessore alla cultura (video in alto), che ha spiegato come per creare un corretto city branding occorrano due diverse tipologie di sguardo: quella di colui che viene dall’esterno che nel caso di Parma è stato Spiekermann e quello interno perché le città hanno bisogno di essere viste anche da chi le abita. Colori e luoghi storici assumono diverse sfumature a seconda di chi li osserva e li riferisce.
La P secondo Guerra racconta che c’è una città culturale, comunitaria che dalle mura si è impadronita della intera provincia, travalicando il territorio originario per impossessarsi di uno più ampio.
In chiusura sono intervenuti altri primi cittadini portando le loro esperienze.
Nel pomeriggio sempre Michele Guerra, accompagnato da Amedeo Palazzi, dal prof. Sinni e da Igor Bevilacqua, quest’ultimo come creatore della mostra, ha spiegato sia il libro Voi Siete Qui che la mostra allo CSAC di Parma (video in basso), sottolineando il ruolo di interazione tra privati e amministrazione ed in particolare dei Comitati (in questo caso quello per Parma 2020) per una proficua collaborazione.
La mostra, dopo l’apertura del 18 dicembre, resterà nell’Abbazia di Val Serena fino al 18 aprile 2022, dove potrà anche essere acquistato il libro.
(17 dicembre 2021)
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