di Marco Maria Freddi, #carodirettore
Caro Direttore,
si, è vero, chi sbaglia paga. Come Roberto Saviano, anch’io il prossimo 5 gennaio sarò giudicato da un tribunale della repubblica per aver offeso il capitano della Lega in Consiglio Comunale.
C’è un però.
Il punto non è essere giudicati per aver “offeso” qualcuno, né tantomeno immaginare che esista una morale di come parlare o esprimersi, il punto è, e menomale che c’è, la differenza tra la verità storica e la verità giudiziaria. Ho pubblicamente ammesso di aver sbagliato, in nessun caso appellare qualcuno in malo modo ha un senso civico o politico ma non si può non tener conto del contesto in cui le cose nascono e questo, certo non per trovare scusanti che non cerco, ma perché se basassimo i nostri giudizi solo sulla verità giudiziaria rischieremmo di scivolare in una società giustizialista che della supposta morale del momento si ergono a paladini.
Lo dico poiché giovedì 11 Novembre, la fondazione Tommasini assegnerà il premio 2021 a Mimmo Lucano, che come gli esponenti post-fascisti della città sottolineano, così come la verità giudiziaria afferma, essere un condannato in primo grado di giudizio a 13 e 2 mesi di reclusione in quanto ritenuto colpevole di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, concussione, turbativa d’asta, falsità ideologica, peculato e malversazione a danno dello Stato. La verità storica per Mimmo Lucano come per Simone Strozzi, il Mimmo Lucano di Parma, è che il facile moralismo dei bei modi inneggia sempre a Barabba e sia per il caso di Mimmo Lucano come per quello di Simone Strozzi, al netto dei fatti, delle azioni, dei pensieri, dei progetti, delle speranze e delle aspettative dei più poveri, vedo i volti di brav’uomini il cui futuro è inabissato per sempre nel mare della bieca strumentalizzazione e non nelle loro azioni a favore dei poveri che Barabba ha reso mute.
Parma non merita il premio della Fondazione Tommasini a Mimmo Lucano, il terzo settore tutto, la Chiesa e i benpensanti di sinistra, hanno condannato Simone al confino e il premio a Mimmo Lucano è figlio di quello stesso moralismo pari e contrario che dice, chi sbaglia paga. Dunque, delle due l’una, o la verità giudiziaria è la cifra del nostro giudizio e pertanto sia il premo a Mimmo Lucano e la condanna cittadina a Simone Strozzi sono incoerenti o la verità storica è il punto, ed allora sia il premio a Mimmo Lucano quanto la mia richiesta di scuse politiche di associazioni, chiesa e politici di sinistra a Simone Strozzi hanno un senso.
La mia reazione ad anni di racconti d’odio e al momento storico dei decreti “sicurezza” è stata sbagliata e lo dico convintamente, ma il contesto, in termini politici come il contesto di Mimmo e Simone estranei al furto di soldi pubblici, non può essere avulso da ciò che in Consiglio Comunale si è sentito in questi anni. Il primo intervento dei rappresentati delle Lega raccontava l’Italia come la sala parto del mediterraneo: dove erano le associazioni femministe? E i maschietti che amano immischiarsi dove erano? Le donne in nero dove erano? Dove erano i futuri e immancabili moralizzatori della commissione Segre?
Caro Direttore,
pagherò per il mio errore, la verità giudiziaria sarà la facile vendetta di chi ha insultato per anni l’umanità dei diversi, degli esclusi e gli emarginati dalla società, gli immigrati, gli omosessuali, i malati di mente che la politica del teaser e dei daspo urbani li vedono sempre più in galera, i meridionali ed i popoli nomadi ma la verità storica è altra.
Non inneggerò mai a Barabba, di questa verità, la verità storica, sono apologeta unico in tutto il consiglio comunale, e forse, questo l’unico segno che lascerò in mezzo a tanto grigiore ed assuefazione al nulla.
(8 novembre 2021)
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