di Marco Maria Freddi, #politica
Caro Vescovo Enrico Solmi,
lunedì pomeriggio ho ricordato in Consiglio Comunale la figura di Don Luigi di Liegro nel ventiquattresimo della sua morte, un sacerdote che nel mio immaginario, ha interpretato i valori che sottendono gli insegnamenti Cristiani, un sacerdote che si è fatto corpo, corpo e speranza.
Nella mia ormai lunga vita ho avuto la fortuna di incontrare persone vere, persone che sentivo avevano qualcosa in più, persone della più varia estrazione e mestiere ma che alla base condividevano quel senso di rispetto dell’umano che segnava la differenza, un lieve respiro d’umanità in mezzo a tanta indifferenza e materialismo.
Ti scrivo perché approfondendo la figura di don Luigi, ho ritrovato due scritti, due fogli romani che raccontavano della richiesta di don Luigi alla chiesa e alle congregazioni religiose, la richiesta di un censimento degli immobili di loro proprietà, immobili inutilizzati o sottoutilizzati per contrastare l’emergenza abitativa che sin da allora, erano gli anni ’90, diventava giorno dopo giorno sempre più un’urgenza. È la mia proposta, la proposta della mozione che nuovamente ripresento in Consiglio Comunale, come sai la precedente è stata respinta con ventotto voti su trenta, la proposta che chiedeva a tutte le istituzioni della chiesa e alle congregazioni religiose, di contribuire all’emergenza abitativa, un’urgenza che diventa giorno dopo giorno sempre più pressante.
Credo che l’apertura al mondo e all’inclusione siano, per credenti e credenti in altro, le due direttrici civili lungo le quali si può costruire la Società Aperta e la Chiesa in tal senso, può dare il suo contributo. Ho ricordato nella mozione le parole di Suor Agnese Bellini, superiora della Comunità Educativa Biondi intervistata nel luglio 2016 a un mese dalla chiusura dell’istituto, la quale affermava che dato il calo delle vocazioni, non potendo contare su un ricambio generazionale, diventava impossibile gestire la Comunità Educativa Biondi.
Per questo motivo fece appello a tutti gli uomini di buona volontà affinché l’edificio della Comunità Educativa Biondi continuasse a rimanere a disposizione della città come luogo di accoglienza e rifugio per chi in difficoltà.
E così accadde, il 17 dicembre 2016, quattordici famiglie e dieci singoli, che si trovavano senza un tetto al freddo dei rigori invernali, entravano nell’istituto e trovarono rifugio nell’edificio della Comunità Educativa Biondi, la raffigurazione di un Presepe, la raffigurazione di quell’auspicata apertura al mondo e all’inclusione a cui una Società Aperta aspira, cui la Chiesa Cattolica deve contribuire quota parte.
Un positivo esempio, una risposta, quella dell’edificio della Comunità Educativa del Biondi, che ha contribuito ad alleggerire il peso dell’emergenza abitativa in aumento dopo la pandemia degli ultimi due anni.
Caro Vescovo, caro Enrico, non fidarti dei laici devoti e dei laici devoti in altro del Consiglio Comunale, il loro materialismo li porta dove la cancrena ideologica e il naso elettorale li conduce, fai fiducia a questo Radicale anticlericale che ti dice che l’esperienza del “Biondi” se fosse benedetta con una tua visita, tutta la comunità cittadina crescerebbe nella consapevolezza che essere comunità è ciò che ci rende ricchi, l’essere comunità ci rende una Società Aperta e noi, non possiamo sottrarci a questa suggestione. Se saremo comunità vera, il rischio sarà solo quello di arricchirci di preziosi strumenti per vivere meglio assieme, in una fase della storia così difficile per l’umanità intera.
Permetti all’amministrazione comunale di aprire un tavolo, un tavolo per censire, non certo per espropriare – come mi hanno accusato i ventotto laici devoti e laici devoti in altro del Consiglio Comunale – solo ciò che è possibile per mettere a disposizione per scopi abitativi chi povero, spazi nuovi per nuovi bisogni sociali. Don Luigi non ha avuto vita facile nella Chiesa, Don Luigi era un prete dei poveri, i poveri figli dei poveri, i poveri ultimi, gli ultimi che nessuno accoglie neppure a Parma (tranne una comunità davvero speciale) gli ultimi che togliendo a loro le scarpe non sai se le falangi cadranno, gli ultimi che diventano oggetto del contendere politico. Mi auguro di sentirti ancora, di incontrarti ancora ed assieme percorrere il cammino dell’essere viva speranza, corpo della speranza degli ultimi.
(22 ottobre 2021)
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