di Marco Maria Freddi
Dopo la chiusura dei seggi, nessuno sottolinea la questione della legittimità politica degli eletti. Nonostante gli inviti al voto, l’affluenza è stata al di sotto del 50% e in termini assoluti ha votato il 50% in meno di chi ha votato 5 anni fa.
Le chiacchiere del dopo voto dei politici sono semplicemente imbarazzanti per chiunque abbia un minimo di pensiero libero. La questione stadio di Parma è ancora aperta, i gruppi del Sì e del No si contendono a suon di argomentazioni del perché Sì e del perché No e questa amministrazione, nonostante la discontinuità, si sente circondata da pericolosissimi nemici: i Francesco Fulvi & Co. È lontano il tempo in cui l’amministrazione di Federico Pizzarotti lottava e lavorava giorno e notte per evitare il default del Comune di Parma mentre le opposizioni di destra e sinistra raccontavano ai giornali di opporsi.
Oggi, quest’amministrazione galleggia come qualsiasi altra amministrazione d’Italia di destra o di sinistra, presenzia a tutte le foto di rito, fluttua ed emerge per poi reimmergersi e si lascia trasportare dagli eventi e dagli uffici, prega alla luce di Betlemme per il bene di tutti. Amen.
Una occasione mancata, quella di far partecipare in termini deliberativi i cittadini alla questione stadio, un’occasione mancata perché utilitaristicamente avrebbe sollevato il teatrino della politica amministrativa dal prendere una decisione senza dover cercare dei nemici ma soprattutto avrebbe potuto inaugurare un periodo politico che avrebbe guardato alla politica del XXI secolo. Questa sindacatura non lascerà alcun segno del suo passaggio, lo avrebbe potuto almeno fare in termini politici.
Come qualsiasi altra amministrazione di destra o sinistra ha scelto di far finta di far partecipare i cittadini alla cosa pubblica ma hanno trovato un tema pressante e complesso che, galleggiando, la impegnerà per i prossimi cinque anni e sarà moneta sonante durante la prossima campagna elettorale cittadina: la discontinuità con Federico Pizzarotti segnerà un nuovo secolo di prosperità politica per i soliti noti. Sì, soli, senza i cittadini.
Ho spento il televisore.
(13 febbraio 2023)
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