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Scuola Anno Nuovo: studenti e docenti tra burocrazia, meritocrazie negate e programmi obsoleti

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di Alfredo Falletti

Ci sono dati oggettivi che delineano un disagio patologico gravissimo che non solo incide sulla “serenità” degli studenti, ma soprattutto sulla resa degli stessi (e dei docenti) che devono barcamenarsi nei meandri di una burocrazia perversa e sabotatrice delle migliori intenzioni che non lascia margini di sopravvivenza alla voglia di insegnare se non grazie all’amore di chi insegna.

Tra scuole non sicure in attesa di fantomatici fondi di varia origine ma mai arrivati (nel meridione sono sicure, secondo i criteri antisismici, meno del 15% degli edifici scolastici mentre sono tutti pronti a invocare la “tragedia annunciata” in caso di calamità naturale), precariato con cui si arriva ad andare in pensione, inadeguatezza dei programmi disconnessi dalla realtà e ancora legati a falsi storici ancora sostenuti da burocrati imbelli e cariatidi del “felice mondo che fu”, si aprirà tra qualche giorno l’ennesimo “Scuola Circus” il cui risultato finale è affidato pressoché unicamente alla buona volontà degli studenti, quando ne hanno ed all’abnegazione dei pochi docenti che amano e credono alla grandezza e nobiltà del loro lavoro nonostante tutto remi contro gli uni e gli altri.

Una pletora di burosauri demotivati in attesa della pensione decidono e gestiscono ministerialmente una popolazione di vite che la pensione non la vedranno mai e che arriveranno ad affrontare la vita impreparati perché i famigerati programmi non avranno spiegato loro cosa sia successo negli ultimi cinquanta/sessant’anni, non avranno idea di chi abbia determinato la cancellazione delle loro opportunità relegandoli al nulla  – a meno di avere una volontà di ferro e gigantesche prospettive interiori. Prospettive che li porteranno ad andare a donare le loro capacità lontano regalandole a chi saprà valorizzarli mentre qui si fanno stupide prove dai nomi esotici ed acronimi da guerra fredda, che già da soli portano a valutare non i ragazzi ma la scuola stessa e la sua inadeguatezza strutturale.

Il filosofo Prof. Galimberti afferma che siamo un popolo di ignoranti (“…basti considerare che il quotidiano più letto è la Gazzetta dello Sport…”) perché è così che ci vogliono; un popolo malleabile, senza memoria, plasmabile e facilmente gestibile anche con i media che propinano il peggio che la mente umana possa partorire: programmi dalla struttura “predigerita” così che il cervello non debba far altro che assistere e “ingozzarsi” rimpinzandosi di mala informazione, spettacolini e reality da comari di cortile con il vestitino elegante ed una grammatica da Neanderthal.

Solo un cenno al dramma delle classi sovraffollate ed un quesito non certo peregrino: una classe non dovrebbe contenere più di una quindicina di studenti mentre la realtà ci parla di classi di oltre venti e fino a trenta e più alunni. Lo stesso richiamato Prof. Galimberti afferma che oltre quella quindicina non si possa materialmente educare e trasferire cultura. Tanto basta per le opportune considerazioni a dir poco impietose su chi da sempre promette di tutto e non mantiene assolutamente nulla a parte iniziative “a rotelle” eclettiche e fantasiose – perché in emergenza sembra che tutto sia ammesso – o la cancellazione di autori premi Nobel considerati “territorialmente minori”.

Si riapre, dunque, un altro anno scolastico per l’addomesticamento di menti, assopimento di aspettative, annichilimento di raziocinio e logica in attesa che queste vengano depennate anche dai dizionari dopo che questa scuola ne ha cantato silenziosamente il requiem.

 

(11 settembre 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 



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