di Marco Maria Freddi, #Carodirettore
Caro Direttore,
ieri pomeriggio (28 giugno, ndr) si è svolto il Consiglio Comunale a Parma, Consiglio che si è caratterizzato dall’adesione al Manifesto della Comunicazione non ostile per la Pubblica Amministrazione, Manifesto presentato dalla commissione “Segre”. Il Manifesto è stato pensato per la gestione dei rapporti tra cittadini e pubbliche amministrazioni, è uno strumento per aiutare concretamente a definire poche e semplici regole che consentano di instaurare un dialogo “non ostile”, primo vero presupposto per la partecipazione civica.
Strumento assolutamente utile che ho convintamente votato ma che non tiene conto dei discorsi d’odio, degli gli slogan e delle affermazioni di stampo discriminatorio, xenofobo e razzista pronunciati dai colleghi della Lega, che criminalizzano migranti e rifugiati strumentalizzando qualsiasi episodio di cronaca, alimentando astio verso intere comunità o minoranze che, ancora ieri dopo quattro anni, prosegue nel più assoluto silenzio di tutti. Il tema della diffusione dei discorsi d’odio e la grave crisi umanitaria che sta investendo i paesi Europei, che il Covid ha solo rimandato nel tempo ma che vivremo sempre più con intensità, chiede a tutti coloro che hanno una responsabilità politica di restituire un’immagine corretta di quello che sta accadendo e accadrà attorno al fenomeno migratorio. Gli esponenti delle destre ripetono a pappagallo i racconti romani e le espressioni di incitamento all’odio razziale nei confronti di rifugiati, migranti e minoranze si stanno moltiplicando in vista delle elezioni e dopo quattro anni di ingiurie, ammiccamenti allusivi ad altro, vergognosi slogan e strumentalizzazioni di fatti di cronaca credo la misura sia davvero colma.
Mi auguro che Presidente del Consiglio Comunale e la Commissione “Segre” si facciano interpreti di un bisogno di profonda responsabilità nei confronti delle giovani generazioni, che si alimentano di “dialogo ostile” verso i più deboli, i più poveri, su cui le destre xenofobe e razziste costruiscono le loro fortune elettorali non curanti dei disastri sociali.
Tutto è troppo, il dato vissuto da quattro anni è troppo, troppo cattivo, troppo difficile da non guardare con allarmante pericolo, il pericolo di un rabbioso odio verso il diverso che mette al centro la criminalizzazione di tutto ciò che sentono diverso da “loro” e il loro sentire.
(29 giugno 2021)
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