di Marco Maria Freddi
Leggo sulla Gazzetta di Parma online, con la consueta delicatezza e sensibilità che contraddistingue il giornale locale in fatto di povertà e poveri, che gli interventi delle forze dell’ordine continuano per sgomberare zone contrassegnate da “degrado e insicurezza”. Questa volta ad essere bonificata dal degrado umano è stata l’area dell’ex scalo merci di viale Fratti.
Viviamo il tempo dei carichi residuali, il tempo paternalistico dello Stato che insegna per dare l’esempio, il tempo della rivalutazione positiva e dell’insegnamento della visione della durezza del ventennio. La visione politica di Cutro, la strage di Cutro, educarne cento che poi muoiono per insegnare a migliaia che non possono mettersi in mare, non possono partire con i loro figli o lasciar partire i loro figli, persone bonificate in mare, e a Parma, persone bonificate perché rappresentano il degrado umano urbano, ma come per Cutro, parliamo solo di persone fragili non sacchi di patate.
La mia amica, la solita, impreca: “Inammissibile il degrado, ma non è ammissibile lasciare in strada chi in quel degrado ci vive”. E questo è il punto, la mia amica ha sempre ragione, questo è il punto cari concittadini e cara amministrazione “progressista di sinistra” che ho votato, l’amministrazione della discontinuità ideologica di facciata ma che nelle opere che segnano una differenza è al pari di una qualsiasi amministrazione conservatrice di destra, un’amministrazione lombarda o veneta più che emiliana, lasciare per strada le persone, questo è degrado civile, degrado politico, degrado per chi crede nei valori dell’eguaglianza e nel rispetto dei valori universali che caratterizzano la nostra convivenza. La città di Mario Tommasini, o meglio lo spirito di Mario Tommasini, avrebbe detto qualcosa rispetto alla “bonifica” di esseri umani che oggi, bonificati dall’ex scalo merci, vagano senza meta per le nostre strade.
La città dell’accoglienza trentennale, la città del terzo settore che senza soldi, coperture e regole amministrative non muove un dito, la città che ha avuto un erede, un unico erede dello spirito di Mario Tommasini, quel Simone Strozzi che è stato messo in croce, non dalla magistratura ma dalla città, dal terzo settore e dai partiti progressisti della città.
Mario come Simone, ma anche Don Luciano Scaccaglia, Mimmo Lucano o don Massimo Biancalani non avrebbero lasciato per strada nessuno, proprio nessuno mentre a Martorano c’è il simbolo dei bandi prefettizi andati deserti, persone che dormono per terra perché la trentennale esperienza di accoglienza di Parma non accetta le condizioni del Prefetto ma pone condizioni, con il risultato che ci sono persone allo sbando, degrado che presto saranno i protagonisti della prossima “bonifica” dell’amministrazione.
Non una cosa, cari amministratori parmigiani “progressisti di sinistra” avete segnato nella cultura politica di chi si è dichiarato in campagna elettorale riformatore, riformista e innovatore della politica amministrativa, né in tema di mobilità e partecipazione diretta dei cittadini né tantomeno rispetto alla tutela dei più fragili, i fragili non votanti che non possono essere lasciati per strada, non da una amministrazione di progressista e di sinistra.
Lo so, cari compagni, scriverete che avete aumentato all’ennesima potenza la distribuzione dei pasti, di abiti e di coperte e chi lo merita, solo chi lo merita alle strette regole di chi le impone, i dormitori freddi, ma dopo la retorica dei pasti e di quanto è brava l’amministrazione a distribuire così tanti pasti caldi, lo sgombero, meglio, la bonifica degli scarafaggi umani che infestano l’ex scalo merci di viale Fratti, senza dare loro alcuna alternativa alla strada o al carcere.
Complimenti cari compagni della campagna elettorale, i poveri non votano, ai cittadini che votano invece le risposte devono essere date.
Auguri di buon Natale a voi tutti compagni, la coscienza dei perbenisti di destra, sinistra o centro si dà pace, sempre.
(25 novembre 2023)
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