di Marco Maria Freddi
La partecipazione dei cittadini attraverso nuovi istituti di coinvolgimento nelle decisioni dell’Amministrazione locale è stato uno dei temi di cui più si è discusso durante la campagna elettorale che ha portato Michele Guerra a vincere le elezioni comunali a Parma.
Nella scorsa consigliatura, nel ruolo di consigliere comunale, ho posto da subito al centro la questione “Democrazia del XXI secolo“, per contribuire a sanare la ormai conclamata diffidenza e profonda sfiducia tra eletti ed elettori. Cittadini, questi ultimi, chiamati dalla politica solo nel momento elettorale, che vede ormai partecipare solo il cinquanta percento degli aventi diritto al voto.
La mia proposta è sempre la stessa da cinque anni: inserire nello Statuto del Comune di Parma l’Istituto delle “Assemblee deliberative delle Cittadine e dei Cittadini estratti a sorte, tematiche e temporanee”. Ovvero assemblee come organo deliberativo complementare che si affianca al Consiglio Comunale e alle assemblee di quartiere (CCV) per offrire un respiro nuovo alla vita partecipativa della Città.
Nel mondo occidentale, i modelli partecipativi sono sostanzialmente due.
Il primo è il modello consultivo che coinvolge in vario modo cittadini che sono soprattutto portatori di interesse. Il secondo, quello che sta avendo sempre più diffusione, sono invece proprio le Assemblee deliberative delle Cittadine e dei Cittadini estratti a sorte, tematiche e temporanee.
La differenza è profonda, poiché la partecipazione alle Assemblee deliberative delle Cittadine e dei Cittadini è “remunerata” non con un vago e spesso confuso ascolto senza seguito, ma con l’impegno da parte dell’amministrazione di prendere in esame e considerazione la “deliberazione” dell’assemblea stessa, rendendo così i cittadini protagonisti. Questo è un reale contributo per far crescere la partecipazione dei cittadini in politica, rendendo vero il peso delle loro decisioni per la comunità.
I partecipanti alle Assemblee non sono scelti per rappresentare i partiti politici ed ogni Assemblea è tematica e temporanea, cioè si esaurisce dopo la deliberazione. Le Assemblee Deliberative delle Cittadine e dei Cittadini estratti a sorte rafforzano le istituzioni democratiche esistenti, aiutano i politici a diventare più consapevoli dei reali bisogni della popolazione, rendendo visibili le soluzioni della maggioranza dei cittadini.
Le Assemblee deliberative delle Cittadine e dei Cittadini sono lo strumento con cui tutto questo è possibile.
La democrazia elettorale è prigioniera della ricerca continua del consenso che la costringe a non affrontare temi e questioni che, pur riguardando tutta la Città o un’ampia fetta di cittadini, potrebbero portare, o supporre di portare, a una perdita di consenso.
Ho contribuito alla campagna elettorale del Sindaco Michele Guerra, inviandogli una bozza di regolamento che ho scritto assieme ad un gruppo di lavoro composto da Rodolfo Lewanski dell’Università di Bologna, Samuele Nannoni e Stefano Sotgiu di Prossima Democrazia, persone che da anni studiano le Assemblee Cittadine nel mondo.
Ancora una volta, il mio invito all’amministrazione comunale è quello di prendere in considerazione questo modello di partecipazione attiva dei cittadini e di aprire un dibattito in Consiglio Comunale.
(8 agosto 2022)
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