
di Isabella Grassi #Parma twitter@parmanotizie #ParmaJazzFestival
Alla conferenza stampa, in apertura di presentazione l’assessore alla cultura di Parma Michele Guerra ha cercato di spiegare il pensiero progettuale di questo Festival che fin dalla nascita rappresenta lo sviluppo di una ricerca che arricchisce la città di Parma, coniugandola con la pedagogia, rivolgendosi in particolare ai giovani. Sul palco erano presenti anche Michela Canova in rappresentanza della Pilotta che con i suoi spazi e con il teatro Farnese ospiterà, insieme alla Casa della Musica e ad altre varie location cittadine Parma Jazz Frontiere, Luigi Amore per la Fondazione Cariparma, e Luca Trentadue per la Fondazione Banca Monte, e naturalmente il direttore artistico e mentore della rassegna Roberto Bonati.
Made in Italy è portare avanti la tradizione con la musica di oggi e di domani ma con un occhio al passato, il motivo trainante di questa edizione. “E’ un festival speciale”, afferma Bonati, “un festival non in linea, che può sembrare un festival di musica difficile ma in realtà ricerca la poesia e il rito della socialità del concerto”.
E di concerti ce ne sono tanti, tutti italiani e tutti diversi, che spaziano dal mondo dell’Opera “anche se Parma non celebra solo Verdi” con l’apertura del 3 ottobre al Teatro Farnese con Gianluigi Trovesi, Fulvio Maras E Orchestra Salmeggia con “For a While… Profumo di violetta Viaggio intorno all’Opera” – Ricercar e Intrecciar Ciaccone e altre Danze con Frammenti di Arie e Intermezzi: un progetto di Gianluigi Trovesi” che condurrà gli spettatori in un viaggio che parte questa volta dal repertorio delle danze antiche per tornare all’amato mondo dell’Opera facendogli toccare con mano materiali sonori di ogni forma e foggia.
Ma un importante e impegnativo appuntamento è quello del 4 ottobre dove Roberto Bonati con “Stabat Mater – Declinazioni di un dolore” partendo dal testo di Jacopone da Todi celebra per così dire uno dei dolori più impegnativi, quello di una madre per la perdita di un figlio. Con lui ParmaFrontiere Orchestra che quest’anno presenta al suo interno alcuni elementi nuovi.
Stefano Battaglia Trio l’11 ottobre con “Kum!” un invito, tutto giocato attraverso i suoni, a muoversi, alzarsi, ad una continua pratica di cura: di corpo, anima, città, territorio, popolo, civiltà, ma anche il il 16 ottobre Federico Calcagno con Piranha Trio, il vincitore del Premio Gaslini 2020, clarinetto classico e clarinetto jazz vanta, nonostante la giovane età vanta un curriculum davvero ampio e ricco di premi e successi.
Quest’anno il Festival collabora anche con Il rumore del lutto, altra importante manifestazione parmigiana e Domenica 1 novembre alla Casa della Musica, h 20:30 il direttore artistico Roberto Bonati eseguirà “Vesper and silence”, naturalmente al contrabbasso.
Uno sguardo speciale come sempre ai giovani con l’ormai consolidata formula Cartoons! (7 novembre), quest’anno al Ridotto del Teatro regio, h 15:30 e 18.00, l’appuntamento dal titolo “Gli esploratori della giungla”, con l’attrice parmigiana Sabina Borelli come voce narrante e Diletta Longhi voce, Matteo Valentini sassofono, Paolo De Matteis pianoforte, Giancarlo Patris contrabbasso, Benedetta Rositano batteria e in collaborazione con Fondazione Teatro Regio. Adulti e bambini conosceranno la giungla per una divertentissima esplorazione, in un luogo selvaggio tutto da scoprire, come un gioco da fare insieme.
E sempre nel rispetto della tradizione del Festival Sabato 31 ottobre all’Ape Parma Museo, h 19:00 una nuova Produzione ParmaFrontiere 2020, “Una Stanza per Caterina, Exodus” con la violinista Anais Drago: appuntamento annuale in musica dedicato al ricordo di Caterina Dallara, imprenditrice e mecenate.
Il festival chiude il 18 novembre con il concerto degli Allievi del Liceo Bertolucci, quest’anno condotti all’approfondimento della musica da Andrea Grossi con il workshop Era Ora! Spunti per la Musica in divenire.
Non bisogna poi dimenticare che vi sono anche eventi correlati, in particolare due le guide all’ascolto, entrambe condotte da Luca Perciballi, presso l’Associazione Remo Gaibazzi alle ore 18.00: il 30 ottobre, dove si parlerà di Electric Pleasures – Il concetto di elettricità ed elettronica nella musica del 900 e l’altra il il 6 novembre dove si analizzerà e si rifletterà sui venticinque anni di vita del Festival e della sua Associazione con 25 Anni di ParmaFrontiere – Una prospettiva ragionata.
Con la collaborazione della Libreria Feltrinelli anche quest’anno ci saranno le presentazioni di libri, tutte condotte da Alessandro Rigolli, ma in una nuova location: l’Ostello della Cittadella. Tradizione e pedagogia si coniugano con il concetto di chiarezza e, come diceva Argan chiaro e facile non sempre coincidono. Parma con questo festival porta avanti un discorso chiaro, ma non sempre facile. Siete tutti invitati.
(29 settembre 2020)
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