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Brigata Ebraica isolata e contestata al corteo del 25 Aprile a Parma: un vergognoso silenzio davanti all’antisemitismo

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di Redazione Parma

È una piccola ma importante pagina di storia, appena accaduta, che gli aderenti di Parma all’associazione Setteottobre, l’Associazione Parmense per Israele, la Comunità Ebraica di Parma, la comunità iraniana di Parma e gli studenti israeliani a Parma hanno ritenuto dovesse essere pubblicamente ricordata: e ciò tanto più oggi, che anche in giro per l’Europa strisciano rinati e putridi fermenti di antisemitismo.

La partecipazione al corteo del 25 aprile dei gruppi di cui sopra è stata duramente contestata, con urla, schiamazzi e minacce, da orde di soggetti che sventolavano bandiere palestinesi, cosicché i partecipanti all’iniziativa sono stati costretti, su richiesta delle forze dell’ordine, ad arrotolare lo striscione commemorativo della Brigata Ebraica.

Nella ricorrenza del 25 aprile, d’intesa con l’associazione della Brigata Ebraica con sede a Milano, una trentina di aderenti a gruppi vari avevano deciso di rappresentare, nelle celebrazioni a Parma per l’80° anniversario della Liberazione, la Brigata Ebraica che, inquadrata nelle forze britanniche, era sbarcata a Bari nell’autunno del 1943 e aveva poi partecipato a tutta l’avanzata alleata lungo la penisola, distinguendosi in particolare, nella primavera del 1945, nello sfondamento in Romagna delle linee tedesche.

Essa faceva parte di quel gruppo di brigate costituite da volontari sionisti, formate in Palestina durante la Seconda guerra mondiale e progressivamente cresciute, in particolare sotto gli auspici del primo ministro inglese Churchill, raggiungendo nel 1944 un totale di circa 50.000 uomini, pari a poco meno di un decimo dell’intera popolazione ebraica esistente all’epoca in Palestina. Di tale massa di volontari, costituenti in percentuale sulla popolazione di provenienza un unicum che non ha mai avuto precedenti nella storia, circa 5.000 formarono il reparto che giunse a combattere per la liberazione dell’Italia.

I partecipanti alla manifestazione di Parma, come comunica la nostra stampa inviata in redazione, sono stati costretti a rinunciare alla visibilità della Brigata Ebraica e a limitarsi all’esposizione delle bandiere dell’Italia e dell’Europa. Silenzio, fin ad ora, dalle istituzioni.

Va sottolineato che, in un contesto fortemente minaccioso, i manifestanti per la Brigata Ebraica si sono trovati in assoluta solitudine, senza alcuna forma di solidarietà da parte delle altre organizzazioni partecipanti al corteo — eccezione fatta per qualche persona — mentre le poche forze dell’ordine presenti in borghese hanno potuto soltanto garantire l’incolumità fisica dei manifestanti, ma non tutelare il loro diritto di piena e libera partecipazione alla Festa della Liberazione.

A fronte del comportamento fascistoide di chi esponeva, urlando, bandiere palestinesi, sarebbe forse servito ricordare che, negli anni della Seconda guerra mondiale, il principale esponente degli arabi di Palestina, il Gran Muftì di Gerusalemme, si trovava alla corte di Hitler, impegnato a cercare volontari da arruolare sotto le bandiere del Terzo Reich.

La nota stampa è firmata dal Comitato della Brigata Ebraica di Parma che comprende
Associazione SetteOttobre, Associazione Parmense per Israele, Comunità Ebraica di Parma, Studenti Israeliani a Parma, Comunità Iraniana di Parma.

 

 

(25 aprile 2025)

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