di Marco Maria Freddi
Continuo a sentir parlare del nuovo corso schleiniano, come se il PD volesse costituirsi come partito Radicale di massa. È ovviamente una iperbole dei media, nulla a che fare con la realtà, il Partito Radicale è stato ciò che è stato nella storia di questo Paese perché eravamo e siamo ancora mille, mille persone di diverse generazioni che si sono succedute dagli anni ’50, partito a guida carismatica, un carisma, quello di Marco Pannella, che anche il miglior leader di oggi è solo una pallida controfigura.
Una storia che prosegue in alcune iniziative politiche, penso a Nessuno Tocchi Caino o all’Associazione Luca Coscioni ma che nell’eccezione originaria, un’esperienza finita con la morte di Marco Pannella. Ci sono però i Radicali, i Radicali di Radicali Italiani e quelli che sono presenti in Più Europa.
Penso a loro perché le elezioni politiche del 25 Settembre scorso e l’elezione alla segreteria del PD di Elly Schlein aprono a nuove prospettive politiche. Nel 2007 Marco Pannella si proponeva candidato segretario del PD mentre Emma Bonino, intervenendo al lingotto, offriva la storia Radicale al Partito Democratico: non se ne farà nulla, il PD sceglie di imbarcare Antonio di Pietro ed abbracciare l’arma giustizialista inseguendo politicamente la destra e le disgrazie giudiziarie del Giaguaro da smacchiare invece di costruire il sogno Democratico.
Sappiamo come è finita.
Vivo l’elezione di Elly Schlein come una speranza, la sua elezione può aprire una nuova fase, realizzare il sogno della costruzione del soggetto Democratico cui i Radicali ambivano nel 2007 ed ora tocca proprio a Radicali Italiani e Più Europa fare un passo in avanti, diversamente continueranno ad essere piccoli soggetti politicamente ininfluenti, utili solo all’elezione del proprio ceto politico alle varie elezioni locali, nazionali o europee. Lo spartiacque del 25 settembre scorso, al netto delle più velleitarie illusioni catto-centriste e terzopoliste di un mondo che non c’è più, ha diviso in due aree la politica italiana: da una parte chi crede in una Società Aperta e chi, dall’altra, in una società chiusa e conservatrice.
Spero e voglio credere che tutti coloro che guardano ad una società aperta, contribuiscano alla costruzione di un soggetto Democratico moderno che sappia guardare alla politica del XXI secolo e capace di farsi responsabilmente carico della complessità della società, tutte le complessità nessuna esclusa.
(1 marzo 2023)
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