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Il 22 gennaio Elisabetta Fadda illustra Correggio e Parmigianino su Rai 5

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di Redazione #Parma

 

Venerdì 22 gennaio, alle 21.15 su RAI 5 (canale 23), verranno trasmessi due documentari dedicati ai pittori di Parma, uno a Correggio e l’altro a Parmigianino, in cui interverrà Elisabetta Fadda, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Parma. I documentari andranno in onda nel programma “Art Night” di Silvia De Felice, Massimo Favia e Marta Santella, con la regia di Andrea Montemaggiori.

I documentari, intitolati “Correggio, dall’ombra alla luce” e “Parmigianino, il prodigio e la sconfitta”, sono realizzati con il Patrocinio del Comune di Parma nell’ambito delle celebrazioni per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21.

Due artisti di immenso valore la cui fama nei secoli ha subito fortune alterne, ma che oggi hanno finalmente trovato il loro posto tra i grandi della loro epoca. Nell’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura, “Art Night” racconta Correggio e Parmigianino in due ritratti eccezionali, realizzati con il Patrocinio del Comune di Parma.

Di Correggio abbiamo notizie biografiche incerte, ma opere grandiose. Antonio Allegri detto il Correggio, dal nome del paese in cui è nato, è stato un innovatore, capace di studiare tecniche e tinture che ancora oggi sorprendono gli studiosi e il documentario in prima visione “Correggio, dall’ombra alla luce”, di Emanuela Avallone e Linda Tugnoli, e prodotto da Rai Cultura, indaga come Correggio non abbia subito ottenuto il riconoscimento dei contemporanei, schiacciato da predecessori come Raffaello, Michelangelo, Leonardo. Poi, nei secoli, la sua pittura è stata riscoperta poco alla volta, diventando un pittore amato in tutto il mondo. “Ogni museo del mondo ha un Correggio” dice Sylvain Bellenger, Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

L’artista è stato tuttavia amato e copiato dai contemporanei, come racconta Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese di Roma. “Capace di colpi di genio straordinari”, dice la scrittrice Melania Mazzucco, di fronte alla celebre Danae di Correggio alla Galleria Borghese e descrive il ciclo Amori di Giove, inno alla bellezza e al piacere amoroso, dove la donna, per la prima volta, ha un ruolo attivo da protagonista, come non era mai successo in altre simili rappresentazioni dell’epoca.

Le opere di Correggio spesso sono state nascoste e dimenticate, come il gioiello della Camera della Badessa, nel Convento benedettino di San Paolo a Parma, descritto, tra gli altri, Elisabetta Fadda, professoressa di storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Parma. Dopo due secoli di clausura, la camera fu riscoperta nel ‘700 da Mengs, che ne rimase affascinato. Un’altra opera dimenticata è stata scoperta per caso a Fano, da Dario Fo. Proprio lui, drammaturgo, scrittore, attore, ebbe l’intuizione di riconoscere la mano di Correggio in un piccolo ritratto di famiglia.

Correggio inoltre fu autore di piccoli dipinti, ma anche di immensi affreschi. In una Parma distante dai grandi centri culturali del XVI secolo, Correggio smonta le strutture della prospettiva modellando un immaginario pre-barocco, come nella cupola di San Giovanni Evangelista. Ancora oggi, grazie al restauro guidato da Marcello Castrichini, si scoprono figure mai viste, scelte pittoriche eccezionali, ed una capacità di catturare la luce, che finalmente, con le moderne analisi scientifiche, trova la sua spiegazione. Per poi arrivare alla magnifica cupola del Duomo di Parma, della quale parla lo scrittore Michele Frazzi, descrivendo l’immensa folla di angeli e di santi che accompagna l’ascesa di Maria, come se fosse perfettamente sospesa nel vuoto. Al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma il direttore Simone Verde guida alla riscoperta ottocentesca del Correggio che, grazie alle incisioni di Paolo Toschi allora direttore dell’Accademia delle Belle Arti, diventerà l’eroe della pittura nazionale parmigiana, e che oggi la Pilotta celebra con un nuovo allestimento permanente.

A seguire, il documentario inedito “Parmigianino, il prodigio e la sconfitta”, produzione originale di Rai Cultura, di Maria Agostinelli e Silvia De Felice, per la regia di Marco Odetto. Un racconto in forma di inchiesta, che ricostruisce il percorso artistico più controverso di Parmigianino. Vasari lo marchiò come alchimista e da allora la sua memoria si perse nelle maglie della storia. Eppure, le opere di Parmigianino sono ancora oggi considerate prove di eccezionale capacità innovativa, come la Madonna dal collo lungo, conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze, o l’Autoritratto entro uno specchio convesso, conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Grazie alla testimonianza di grandi studiosi, tra cui David Ekserdjian, professore di Storia dell’Arte alla Leicester University, ed Elisabetta Fadda, professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Parma, il documentario cerca tra i pochi indizi della vita di Parmigianino, e grazie all’analisi delle sue opere più famose, la conferma, o la smentita, delle affermazioni di Vasari.

 

(19 gennaio 2021)

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