Riceviamo e pubblichiamo integralmente la seguente nota stampa.
Care compagne e cari compagni,
vi scrivo poiché non ho ancora ricevuto risposte alle proposte che ho presentato al segretario cittadino e capogruppo in consiglio comunale a Parma. Tuttavia, essendo la mia una questione più generale, scrivo a voi tutti eletti e militanti per comprendere quale sia il vostro pensiero sul tema.
Io credo che il mio essere di sinistra significa assumersi la responsabilità di vedere, comprendere e agire. Significa non voltarsi mai dall’altra parte di fronte alla sofferenza. In un tempo in cui tutto tende alla semplificazione, alla polarizzazione e alla rimozione, il compito della sinistra è quello di essere permeabile al dolore e di trasformarlo in risposte concrete. Questo è il cuore della nostra storia e della nostra identità.
Chi siamo se non sappiamo tendere la mano a chi vive ai margini? Cosa significa “giustizia sociale” se accettiamo l’idea che 265 persone a Parma, segnalate dalle unità di strada dei servizi sociali e sanitari, possano vivere senza alcuna prospettiva?
L’amministrazione comunale di Parma ha avvallato politicamente un metodo di accoglienza per i poveri senza rappresentanza – lo chiamerò per semplicità “metodo della Corte dei Miracoli” – che funziona, integra e cura.
Abbiamo grandi realtà in città che si avvalgono di denaro pubblico per le loro attività, come la Caritas, CIAC, Comunità di Sant’Egidio e Leone Rosso, che possono e devono essere coinvolte nell’applicazione dello stesso metodo per dare risposte a chi, povero, non può autodeterminarsi.
Manca solo la volontà politica di fare rete, strutturare, coordinare e pianificare. Un’amministrazione progressista deve fare questo: trasformare un’intuizione in sistema e un esperimento in politica pubblica.
Allo stesso modo, sul fine vita: quanti altri anni dobbiamo aspettare perché la dignità diventi legge? Quanto tempo prima di dare risposte al 70% dei cittadini italiani che vogliono regolamentare il fine vita? Quando inizieremo ad essere percepiti come il partito dei diritti? La proposta dell’Associazione Luca Coscioni è limpida, civile e laica.
Il PD non può più rifugiarsi nei silenzi tattici. A Parma, in Regione e in Parlamento, serve un atto di coraggio: un ordine del giorno, un voto o una voce in appoggio alla raccolta firme in corso. La libertà e la responsabilità non possono essere slogan, ma devono diventare impegni concreti perché concrete sono le sofferenze delle famiglie.
A tutti gli eletti del Partito Democratico, a ogni livello: vi chiedo di ascoltare non me, ma i valori che diciamo di rappresentare. Questa è la sfida della riconoscibilità. Non bastano le dichiarazioni; servono le scelte.
I cittadini ci guardano e ci giudicano per ciò che facciamo, non per ciò che diciamo. Il tempo della neutralità è finito; è il tempo della coerenza.
Parma può essere un laboratorio politico. Facciamolo accadere, insieme.
MarcoMaria Freddi (Iscritto al Partito Democratico)”
La nota stampa è pubblicata integralmente ed è aperta alle repliche che questa redazione pubblicherà offrendo lo stesso spazio di visibilità.
(14 luglio 2025)
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